#antropocene

bye bye username e password per protocolli antichi

Qualche giorno fa ho ricevuto da Google una email che recitava:

Dal 30 maggio potresti perdere l’accesso alle app che utilizzano una tecnologia di accesso meno sicura

e poi:

Per proteggere meglio il tuo account, Google non supporterà più l’uso di app o dispositivi di terze parti che ti chiedono di accedere all’Account Google utilizzando solo il nome utente e la password. Dovrai invece accedere utilizzando Accedi con Google o altre tecnologie più sicure, ad esempio OAuth 2.0. Scopri di più

Presto getmail sul mio hosting privato non riuscirà più a scaricare le email di GMail e dovrò iniziare a controllare due caselle personali invece che una, oltre le altre aziendali. Di colpo mi sono sentito più vecchio, me lo aspettavo ma non ci pensavo a quando sarebbe arrivato il momento di abituarsi a nuovi metodi di autenticazione che non erano solo nome utente e password… anzi, li ho sempre evitati perché ero abituato così, con password robuste cambiate periodicamente, pensavo bastassero nonostante vedessi autenticazioni federate ed autenticazioni a due fattori nascere e diffondersi tanto da iniziare a diventare necessarie quasi pure per loggarsi sul proprio PC. Ma cosa è davvero più sicuro?

Boh

L’idea di ridurre le emissioni di metano con “composti antirutto” per animali

Dopo aver letto di un’altra brillante idea in passato, ovvero quella di selezionare animali che “scorreggiano di meno” per far fronte all’inquinamento, quest’altra di far mangiare agli animali qualcosa che li faccia “ruttare di meno” non può affatto meravigliarmi. Eh si perchè si vede che in condizioni di produzione intensiva gli animali ruttano troppo metano ed è un problema, tuttosommato con un particolare composto aggiunto al mangime sono riusciti ad abbattere del 30% le emissioni. Mi sembra un ottimo risultato.

via | http://science.slashdot.org/story/15/08/01/2344253/want-to-fight-climate-change-stop-cows-from-burping

Andreste a vedere un ologramma in concerto?

Una ventina d’anni fa queste cose si vedevano solo nei film di fantascienza, nel frattempo le hanno inventate per davvero e messe a punto. Snoop Dogg ha già fatto una esibizione live con l’ologramma del defunto Tupac, che a fine pezzo si smolecola in particelle di energia che si dissolvono via.

Questo genere di ologrammi, quelli di gente che non c’è più, aprono un po’ di interrogativi più o meno etici di cui non voglio trattare… se questa tecnologia esiste -ed esiste- non verrà certamente utilizzata solo per i concerti.

Comunque ci sono anche aspetti più interessanti, tipo poter trasmettere un concerto contemporaneamente in più posti, solo che invece di un maxischermo ci sarebbero proprio gli ologrammi… secondo me un compromesso accettabile finchè vengono trasmessi ologrammi in diretta di qualcuno che sta suonando per davvero.

Se vi interessa l’argomento vi consiglio di leggere questo articolo:
Would You Go See a Hologram in Concert? — Cuepoint — Medium