#antropocene

Gli scienziati propongono una data per l’inizio dell’Antropocene

Qualche settimana fa ho aggiunto la categoria antropocene a questo blog per postare notizie o considerazioni riguardo la nostra era corrente, l’era geologica caratterizzata dalla presenza dell’uomo e del suo operato sulla terra. Non avevo ancora postato nulla in questa categoria ma oggi ho trovato questa notizia su slashdot:

Gli scienziati hanno proposto il 16 Luglio 1945 come inizio dell’era dell’Antropocene. E’ stato il giorno del primo test di detonazione nucleare. Sostengono che la “Grande Accelerazione” -il periodo in cui le attività umane hanno iniziato ad avere un impatto significativo sul pianeta Terra- sia un buon segno per indicare l’inizio di un’epoca. Da quel giorno c’è stato un significativo incremento della popolazione, dello sconvolgimento ambientale per i terreni e gli oceani e della connettività globale…

 

L’idea di ridurre le emissioni di CO2 d’allevamento selezionando razze che “scorreggiano” poco

Oggi mi sono imbattutto in questa notizia:

«Il problema è che i gas corporei che gli animali da pascolo emettono durante la digestione dei vegetali che ingurgitano si trasforma in una fonte inesauribile di gas serra inquinanti, ancora più dannosi della Co2. Basti pensare che in Nuova Zelanda i due terzi del metano che si disperde nell’atmosfera deriva proprio dalle maleodoranti emissioni degli animali.
[…]
L’unica soluzione sarebbe invece quella di ‘selezionare’ una o più razze di bovini e ovini geneticamente meno esposte a questo tipo di ‘inconveniente’. Dunque, concentrare le ricerche in maniera più selettiva andando a individuare tra i ruminanti comunemente allevati quelli con scarse emissioni di metano.»

Oggettivamente una soluzione degna per continuare a produrre e consumare tonnellate e tonnellate di carne di cui potremmo fare tranquillamente a meno con innumerevoli veri benefici per l’ambiente e per il pianeta, noi umani compresi.

Insomma volete mettere la comodità di continuare a trovare nel bancone del supermercato del latte prodotto da mucche mantenute tutta la vita in gravidanza e soprattutto che “scorreggiano” ed inquinano poco?!? Nonostante siamo gli unici mammiferi su questo pianeta che continuano a bere latte dopo lo svezzamento.

Insomma volete mettere la comodità di avere decine e decine di fast-food che vi offrono splendidi menu a base di carne (magari allungata con la melma rosa) oppure la comodità di comprare tre hamburger in una fantastica vaschetta di polistirolo sigillata ed impacchettata da altra plastica, però c’è il codice a barre con quale puoi risalire all’allevamento e controllare se sono animali che hanno “scorreggiato poco”.

Acchispacchiumistatucunannu.

Ottenuto un semiconduttore dal cemento, #einvece noi ci buttiamo i rifiuti

Ieri ho letto questa notizia, pare che degli scienziati abbiano ottenuto un semiconduttore dalla mayenite, un minerale che si trova comunemente nel cemento utilizzato nell’edilizia. Ancora non si sa il suo potenziale utilizzo, ne quanto se ne possa estrarre ed a quale prezzo, comunque è un semiconduttore simile al grafene o al silicio, cosa che fa pensare subito all’industria della microelettronica.

Ma il mio primo pensiero è andato all’ambiente e magari alla possibilità di estrarre questo materiale dai rifiuti dei cantieri edili o da detriti di demolizioni, etc, etc…

Facendo una ricerca ho scoperto che è possibile (ed auspicabile) riutilizzare e riciclare il cemento, non so nel resto d’Italia ma qui in Sicilia non è difficile trovare cumuli di materiale da riporto, aka sderro, scaricati abusivamente in aperta campagna smaltiti solo dall’erosione degli agenti atmosferici e dagli anni. Nonostante riciclarlo sia dispendioso ed alcuni paesi comunque lo fanno, si può comunque trattare riutilizzare come inerte piuttosto che mandarlo in discarica.

Poi ho anche scoperto invece che in Italia la politica ha pensato di metterci i rifiuti nel cemento, ed ho smesso di scrivere questo post.

L’articolo “Facebook Tracks and Traces Everyone: Like This” di Arnold Roosendaal proposto al Next11

Qualche settimana fa nel mio post «Facebook ci traccia tutti con il bottone “Mi piace” ?» avevo riassunto in italiano l’articolo «Facebook Tracks and Traces Everyone: Like This!» di Arnold Roosendaal, un ricercatore legale del Tilburg Institute for Law, Technology, and Society (TILT) alla Tilburg University impegnato nel campo della privacy ed identità digitale.

L’articolo spiega come Facebook stia raccogliendo dati personali ai limiti della legalità tramite il bottone “Mi piace” e “Facebook Connect”, stamattina ho saputo proprio dall’autore (con il quale ho scambiato un paio di email di suggerimenti ed opinioni) che il suo articolo è stato proposto come talk alla NEXTCONF che si terrà a Berlino il 17 e 18 Maggio 2011 ed è attualmente alle votazioni, pubbliche.

Per chi non lo sapesse la NEXTCONF è la conferenza di quegli 11 paesi candidati a diventare le future potenze economiche, ovvero Bangladesh, Egitto, Indonesia, Iran, Messico, Nigeria, Pakistan, Filippine, Sud Korea, Turchia e Vietnam (e vista la situazione italiana direi buono a sapersi, almeno sappiamo dove poter emigrare).

Vi consiglio di leggere l’articolo originale che è molto chiaro e dettagliato anche tecnicamente, se non siete tanto ferrati con l’inglese in alternativa c’è il mio che è molto fedele all’originale e meno tecnico… ovviamente se ritenete che l’argomento sia importante e vorreste che se ne parlasse maggiormente ed anche a alla NEXTCONF potete votarlo a questo indirizzo:

http://vote.nextconf.eu/details/facebook-tracks-and-traces-everyone-like-this

Ovviamente è anche possibile visionare le altre proposte di talk su vote.nextconf.eu ed eventualmente, votarle!

Facebook ci traccia tutti con il bottone “Mi piace” ?

Sembrerebbe che tramite il bottone ‘Mi piace’ Facebook ci stia tracciando tutti a prescindere che ci clicchiamo o meno ed a prescindere che siamo iscritti o meno.

E’ quanto sostiene Arnold Roosendaal della Tillburg University nel suo interessantissimo articolo “Facebook Tracks and Traces Everyone: Like This!“. Ve lo riassumo un po’ cercando di non essere troppo tecnico.

C’entrano i cookies. Per chi non lo sapesse i cookies sono delle informazioni che i siti che visitiamo possono memorizzare nel nostro browser per “ricordarsi” ad esempio il nostro nome utente ed evitarci di inserirlo manualmente ogni volta che facciamo il login.

Un sito può accedere solamente ai cookies che esso stesso ha memorizzato precedentemente e quindi provenienti dallo stesso dominio; non può vedere quelli degli altri siti. Non è possibile quindi che un sito riesca a scoprire quali altri siti siano stati visitati accedendo a cookies terzi. Facebook si è escogitata un sistemino per riuscirci, senza il nostro consenso, tramite il tasto “Mi piace” che ormai è diventato un must-have per tutti i blog e per tantissimi altri siti.

Il tasto “Mi piace” è direttamente collegato ai server di Facebook, questo significa che quando visualizziamo una pagina che ne contiene uno contemporaneamente contattiamo anche i server di Facebook per ottenere altre informazioni, ad esempio il numero di persone che hanno già gradito la pagina e cliccato su “Mi piace”. Alla richiesta che arriva ai server di Facebook arriva l’indirizzo della pagina che contiene il tasto “Mi piace” oltre che al nostro identificativo memorizzato nei cookies.

A prescindere che siamo registati o meno, Facebook sa che abbiamo visualizzato il suo tasto “Mi piace” da quella precisa pagina. Se siamo utenti registrati su Facebook il nostro browser ha già un cookie con il nostro identificativo univoco e Facebook può subito archiviare che abbiamo visualizzato quel sito; se non siamo registrati su Facebook poco male: viene memorizzato ed utilizzato un cookie con un identificativo temporaneo con validità 2 anni.

Esatto: 2 anni, una scadenza lunghissima che di fatto rende l’identificativo memorizzato nel cookie davvero poco temporaneo.

Prima o poi,  volenti o nolenti, visitando una pagina con il tasto “Mi piace” il nostro browser memorizzerà comunque un cookie di Facebook tramite il quale potremmo essere tracciati. Se ci iscriviamo a Facebook finalmente potranno collegare il nostro profilo a tutte le informazioni raccolte tramite quel cookie e sostituire un identificativo univoco a quello temporaneo. Se decidiamo di non iscriverci a Facebook potranno continuare a raccogliere informazioni riguardo nostri comportamenti sul web, e con un cookie che vale due anni e rinnovabile praticamente ad ogni sito visitato contenente un altro tasto “Mi piace” è possibile raccogliere così tanti dati che potrebbero bastare a risalire ad una identità senza nemmeno il bisogno di iscriversi a Facebook.

Assurdo? Mica tanto considerato che i tasti simili di Twitter o Google Buzz non hanno questo comportamento.

Facebook raccoglie costantemente dati su tutto e tutti: se sono suoi utenti bene, dopotutto hanno accettato i termini di servizio; se non sono suoi utenti fa niente, anche se non hanno accettato alcun termine di servizio se non quello di utilizzare internet.

Inutile aggiungere che cancellarsi da Facebook non servirebbe a granchè (a parte liberarsi dallo spam sociale, come lo chiamo io), anche se il nostro profilo venisse definitivamente cancellato (crediamoci) ed i dati precedentemente raccolti venissero scollegati da una precisa identità (crediamoci) ciò non toglie che tutti i dati raccolti in futuro possano essere facilmente incrociabili a quelli raccolti prima.

Non so a quanto possa servire… ma io sul mio proxy ho bloccato l’accesso a facebook.com e fbcdn.net.

Buona fortuna.