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bye bye username e password per protocolli antichi

Qualche giorno fa ho ricevuto da Google una email che recitava:

Dal 30 maggio potresti perdere l’accesso alle app che utilizzano una tecnologia di accesso meno sicura

e poi:

Per proteggere meglio il tuo account, Google non supporterà più l’uso di app o dispositivi di terze parti che ti chiedono di accedere all’Account Google utilizzando solo il nome utente e la password. Dovrai invece accedere utilizzando Accedi con Google o altre tecnologie più sicure, ad esempio OAuth 2.0. Scopri di più

Presto getmail sul mio hosting privato non riuscirà più a scaricare le email di GMail e dovrò iniziare a controllare due caselle personali invece che una, oltre le altre aziendali. Di colpo mi sono sentito più vecchio, me lo aspettavo ma non ci pensavo a quando sarebbe arrivato il momento di abituarsi a nuovi metodi di autenticazione che non erano solo nome utente e password… anzi, li ho sempre evitati perché ero abituato così, con password robuste cambiate periodicamente, pensavo bastassero nonostante vedessi autenticazioni federate ed autenticazioni a due fattori nascere e diffondersi tanto da iniziare a diventare necessarie quasi pure per loggarsi sul proprio PC. Ma cosa è davvero più sicuro?

Boh

Bye bye freeDB CDDB

Oggi mi era partita un po’ la vena rock e mi andava di mettere un po’ di Rage Against The Machine mentre lavoravo, quindi mi loggo in remoto al mio pc con scheda audio esterna che fa da mediaserver, apro Musique, navigo la cartella dei rage e faccio partire la playlist e mi accorgo che un album era senza tag ID3v2: sacrilegio, per un musicofilo come é impensabile avere mp3 non taggati e la cosa mi ha turbato tantissimo, soprattutto perché credevo che la mia discoteca fosse scrupolosamente taggata ed invece quell’album mi era scappato.

Poco male, come dicevo nel mio ultimo post mi sto ritrovando ad usare Windows 7 per poter avere operativo Cubase, siccome sono un musicofilo la prima cosa che mi sono assicurato di poter avere su cygwin+Xming prima di ipcalc é stata easytag, applicazione che uso da una vita e con cui ho potuto taggare tutta la mia musica e poter utilizzare qualsiasi player senza trovarmi qualche Artista Sconosciuto tra i coglioni. Lancio easytag, navigo la cartella dei rage senza titoli, selezioni tutto e li mando in pasto a CDDB: «impossibile contattare il server». Cambio le impostazioni sul gateway musicbrainz, «impossibile contattare il server». Azz, sará qualche impostazione di rete di cygwin, eppure il resto su cygwin naviga. Provo a fare una ricerca di server alternativi CDDB e mi ritrovo questo annuncio:

freedb.org and its services was scheduled to be shut down on March 31 of 2020. As of May 28, 2020 the site was still operational. On the 13th of June 2020 it was observed that the URL used for lookups, freedb.freedb.org, no longer resolved to a host name and as a result the service no longer appears to operate.

Manco un mese fa!! Manco il tempo!! Magix, nota software house che con il loro software ha permesso negli utlimi quindici anni ad un sacco di DJ spacciarsi per musicisti facendo musica di merda con quattro click ha acquisito (e spento) freeDB.

Glenn Glould e l’open source

Avevo voglia di ascoltare “So you want to write a fugue?” di Glenn Gloud, quindi sono andato su youtube ed ho cercato il brano, anche se ce l’avevo offline sul computer. Ho trovato una versione animata in stile karaoke col testo che in verità conoscevo già da tempo, quasi dieci anni, ma che avevo dimenticato e che soprattutto non avevo ancora rivisto e riascoltato con attenzione. Per quanto sia uno smanettone ai tempi non bazzicavo GitHub, anzi studiavo musicologia ed avevo mollato del tutto l’informatica, quindi non ho fatto caso che alla fine del video c’è un url al codice sorgente che ha permesso la realizzazione di questo video. Codice open source e scritto in Python, uno dei pochi linguaggi che conosco e che so leggere. La cosa mi ha fatto riflettere perchè stiamo parlando di Glenn Gould e Python… e tra i due sicuramente il più conosciuto ai più è Python.

Glenn Gould era un folle genio che scrisse questo pezzo nel ’63 per una trasmissione radiofonica canadese allo scopo di far capire alle persone cosa fosse una fuga, in musica. E penso che ci sia riuscito perchè ci ha messo le parole che rendono la sua opera più intellegibile ai profani della musica e non solo. Ma cosa è una fuga? Voglio azzardare a spiegarvelo io, a modo mio, secondo la mia esperienza. Lasciando stare i tecnicismi contrappuntistici barocchi ai testi di musicologia la fuga è un evitare la ripetitività, cercare di essere originali ed evitare di suonare due volte la stessa cosa. Un po’ come il walkin’ bass nel jazz. Vivere e suonare qui ed ora, lasciarsi indietro il passato già suonato e suonare cose nuove, sempre (ove possibile perchè a volte, in alcuni brani veloci, è davvero difficile e disumano suonare sempre cose diverse). Si può e si deve citare il passato, il già suonato, ma non ripeterlo. Mi viene da pensare che una fuga sia una fuga dalla realtà ma è errato, è una fuga dalla consuetudine di mettere cose che non stonino. Puoi mettere anche note stonate se servono, Glenn Gould stesso dice “forget the rules and try”. E nel suo ambito le regole sono molto più ferree del jazz.

Avere a disposizione un video del genere è bellissimo, ha un valore didattico esagerato e l’averlo trovato è più bello ancora. Scoprire stasera che è stato generato grazie a Python (un linguaggio open source) e che l’autore abbia regalato il codice sorgente al mondo su GitHub è meraviglioso. Senza questo video, senza questo codice, senza questa persona (che oltre essere sicuramente un programmatore è sicuramente anche un musicista sopraffino) capire questo brano e capire più profondamente cosa sia una fuga e che che Glenn Gould era un figo sarebbe stato molto più difficile.

rif: https://github.com/zhanrnl/PyMusAnim